“MELANIA GAIA MAZZUCCO”
Il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ incontra Melania G. Mazzucco

VENERDÌ, 20 FEBBRAIO 2015  - ORE 21.00

Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
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Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
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Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015
Il Circolo della Lettura incontra Melania Gaia Mazzucco - 20.02.2015

 
 

 

Venerdì 20 febbraio 2015, alle ore 21.00, il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ accoglie con onore e affetto immenso l’amatissima Scrittrice MELANIA GAIA MAZZUCCO.
Con il prezioso contributo dello scrittore Claudio Volpe, seguiremo le impronte e le emozioni dell'umanità messa in luce da Melania Gaia Mazzucco.

 

 

 
Io credo che la vita sfugga, sia altrove, in quello che non è scritto, non è catalogato, provato, registrato. Non è tanto nei fatti, ma nel come i fatti vengono vissuti.

IL BACIO DELLA MEDUSA, 1996

 

 

La Scrittrice

Melania Gaia Mazzucco

Sono bambine, donne, figlie, madri e c’è persino una donna soldato. Norma, Medusa, Emma, Vita, Eva, Manuela sono i nomi di alcune protagoniste dei suoi romanzi. Il nome è importante, è come un vestito, ci presenta e ci racconta.
Lei è Melania Gaia, la Scrittrice che ha insufflato un’aria nuova nel romanzo italiano e inaugurato vergini vette della prosa narrativa. Folgorata, un giorno, da un dipinto di Tintoretto, finì per dedicargli non solo un romanzo, ma anche un saggio di oltre mille pagine di raccolta, ricerca, ricostruzione. E conoscendone un po’ la scrittura, quelle mille pagine non sono altro che la punta dell’iceberg di tutti i suoi studi  meticolosi e delle appassionate ricostruzioni. E chi potrebbe mai avere la pretesa, oggi, di raccontare lei? Vorrei solo prendere il tempo, il tempo per tutti e regalarvelo affinché possiate leggerla, fino a sentirla.
Melania Gaia racconta di aver amato i libri e la lettura sin da bambina, di essere cresciuta in un ambiente stimolante, in una famiglia di artisti, scrittori e lettori. È nata a Roma il 16 ottobre 1966, da Andreina e Roberto Mazzucco. Il suo papà scriveva per il teatro, dapprima per il teatro dell’assurdo, negli anni ’50 e ’60, e poi per il cabaret politico impegnato. Con “I sicari di Trastevere” tornò alla letteratura a metà degli anni ’80, e ha collaborato nel cinema a diverse sceneggiature con Giovanni Veronesi ed Enzo Siciliano.
La sua casa era frequentata da artisti, attori e scrittori: «Mi è sempre sembrata la cosa più bella del mondo vivere raccontando storie, recitandole su un palcoscenico e ascoltandole nel buio di una sala». Mentre cresceva fra i campi sportivi di Monte Mario e i teatri off di Trastevere, l’entusiasmo di scrittori, registi e sceneggiatori,  incontrati nella sua quotidianità, ha incanalato la sua passione per la scrittura verso il cinema. Infatti, intorno ai vent’anni, dopo gli studi classici al Liceo Mamiani e mentre frequentava il corso di laurea in Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma (1992), si iscrisse al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Qui si è diplomata in sceneggiatura, ma ha anche seguito i corsi di montaggio, costume e fotografia. Allieva di grandi maestri di bottega, ha appreso sul campo a scrivere una storia e tutti i suoi romanzi nella loro varietà e anche profonda diversità, recano in comune un carattere spiccatamente visivo.

 

Padri e figli non si incontrano mai, sono destinati a perdersi nel tempo, nello spazio, a mancarsi: si sfiorano sull’orlo dell’abisso, si intuiscono, si riconoscono e poi si mancano.

IL BACIO DELLA MEDUSA, 1996

 

 

Fra il 1991 e il 1992 scrive il romanzo “Il bacio della Medusa”, il suo primo confronto con il romanzo «di cui all’università studiavo la morte, ma nella cui morte non ho mai creduto». Racconta questa prima scrittura come un’eruzione improvvisa e interminabile, sfociata in un libro labirinto, che sottoporrà a una strenua revisione durata sei mesi. Il romanzo, però, considerato oggi una pietra miliare nella storia del romanzo italiano,  verrà pubblicato solo dopo quattro anni, perché non riesce ad aprirsi un varco editoriale. L’esordio narrativo di Melania Gaia è, infatti, sulla rivista Nuovi Argomenti, che pubblica il suo racconto Seval (1992).
Nel 1995 inizia la sua collaborazione settennale con l’Enciclopedia Treccani, come redattrice della sezione Letteratura e Spettacolo. Lo stesso anno vince il concorso per opere teatrali inedite indetto dal Teatro Stabile di Torino, scrivendo con Luigi Guarnieri, la pièce “Una pallida felicità. Un anno nella vita di Giovanni Pascoli”. L’anno successivo, la commedia sarà prodotta dal Teatro stesso, per la regia di Walter Pagliaro e vincerà la Medaglia d’oro IDI come miglior opera drammatica italiana.
È sempre nel 1996 che Baldini e Castoldi pubblica finalmente il suo primo romanzo, “Il bacio della Medusa”, finalista al Premio Strega 1996 e vincitore dell’Oplonti d’argento per l’opera prima. Il bacio della Medusa, oltre i premi, porta alla scrittrice un ampio consenso di lettori, che supera le sue aspettative e che ancora oggi racconta con affetto. Dal nucleo narrativo di una fotografia imperfetta si sviluppa la storia di Norma, un’anima insoddisfatta e assetata, e della povera Medusa, nata grande e cresciuta bambina. La Scrittrice si svela ai suoi lettori per l’inconsueta capacità di raccontare attraverso i silenzi narrativi. L’abilità metanarrativa conduce, periodo dopo periodo,  sulle cime dell’amore saffico, si cammina sulla neve lungo una frontiera, per scoprire che i piedi calpestano una terra sempre uguale, senza distinzione né confine, nell’universo Amore.

 

La vita della terra si svolge indifferente alla nostra felicità o sofferenza, indifferente e maestosa, ma la chiave per sopportare ciò, sempre e ovunque, è stata messa nelle nostre mani.

LEI COSÌ AMATA, 2000

 

 

Due anni dopo pubblica il romanzo “La camera di Baltus” (Baldini & Castoldi, 1998), di argomento storico-artistico,  anch’esso finalista al Premio Strega. Tre storie nascono e si sviluppano intorno al ritrovamento di misteriosi affreschi, ancora una volta la scrittura sboccia da spunti concreti e tangibili, come un germoglio dalla terra, per svettare come albero maestoso verso il firmamento complesso dell’umanità.
Nel 2000, esce per Rizzoli, “Lei così amata”, romanzo documentario sulla vita di Annemarie Schwarzenbach, scrittrice, reporter e fotografa svizzera scomparsa nel 1942. Annemarie è un rivoluzionario esempio di femminilità e donna straordinaria per la sua epoca. Androgina e bellissima, viaggiatrice solitaria, è protagonista di un’armoniosa opera di ricerca e ricostruzione, dove l’autrice interviene a ricucire gli strappi degli eventi logorati e inghiottiti dal tempo. Il romanzo vince il Superpremio Vittorini, il Premio Napoli e il Premio Bari per la narrativa. Dopo qualche anno, Melania Gaia tradurrà anche la raccolta di racconti orientali di Annemarie Schwarzenbach, “La gabbia dei falconi” (2007) e ne curerà l’edizione italiana.
Contemporaneamente al successo dei primi romanzi, scrive svariati atti unici e radiodrammi a puntate per Radio Rai, Radio 2 e Radio 3, fra cui “La vita assassina” (1997), “Requiem per la famosa scrittrice Mila B.” (1998), “Blunotte” e “Eros per Tre” (con Luigi Guarnieri, 1998 e 1999), “Dhulan - La sposa” (2000), “Vita da chef” (2001, documentario). Con la regia di Wilma Labate e l’interpretazione di Valerio Binasco, Dhulan - La sposa vince nel 2001 il Prix Italia per il miglior radiodramma europeo e viene radiodiffuso in 7 paesi. Inoltre, dal 1997, Melania Gaia ha scritto articoli, reportage e racconti per Il Manifesto, Nuovi Argomenti, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore, The New York Times, El País e la Repubblica, di cui è attualmente collaboratrice.

 

I loro visi erano un alone indeciso, sfocato – come se all’ultimo momento avessero preferito non lasciarsi catturare, non consegnare a un ricordo morto l’attimo irripetibile che stavano vivendo.

VITA, 2003

 

 

Il romanzo “Vita” (2003, Rizzoli) le porta la vittoria al Premio Strega: racconta, ricostruisce e inventa la storia di emigrazione del nonno paterno Diamante Mazzucco negli Stati Uniti agli albori del 1900. Molteplici i tratti di umanità che si posano tra queste righe, interposti tra un ricordo e uno slancio narrativo. Il fascino di Vita, inconsapevole della sua bellezza, e la ricchezza sentimentale del rapporto con Diamante e le sue evoluzioni. Un esempio di immigrazione felice pagata con l’amore. Ricorre, in chiave sempre originale, l’attenzione alla paternità, l’affettività maldestra e rudimentale nelle forme dei nostri padri. La prospettiva dei bambini, la loro accettazione e il loro stupore. Il ritorno di Diamante che unisce l’insuccesso materiale alla vittoria della dignità. Sono solo alcuni ingredienti di una storia che accorcia le distanze fra un passato di emigrazione e un presente di accoglienza.
Ben presto il successo del romanzo varca i confini nazionali e porta all’Autrice numerosi altri riconoscimenti. In Spagna ottiene il Premio internazionale Arcebispo Juan de San Clemente di Santiago de Compostela per il miglior romanzo straniero (2004-2005); in Canada è Globe and Mail Book of the Year nel 2005; negli Stati Uniti è il New York Times Book Review editor’s choice e Publishers Weekly lo include tra i migliori dieci romanzi dell’anno, l’unico non in lingua inglese.
Nel 2005 esce “Un giorno perfetto” che merita il Premio Hemingway e il Premio Roma, romanzo corale che respira la Roma contemporanea, fra diversità ed omologazione. Fra le pagine pullulano storie di diversi personaggi, che colorano le difficoltà della famiglia e del lavoro. Travolgente il fascino della Roma contemporanea, peculiare miscellanea in cui restano in emulsione i gerghi generazionali, mentre i ceti sociali si incontrano e convivono senza fondersi, in una colonna sonora che avvolge tutti. Qui il coraggio del controromanzo raggiunge la sua pienezza. Nel 2009 “Un giorno perfetto” diventa un film, prodotto da Fandango per la regia di Ferzan Özpetek, con Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari e Stefania Sandrelli.
Nel 2007 pubblica il racconto “Un giorno da cani” per Il Corriere della Sera (Corti di Carta), che riprende uno spaccato di Roma meno conosciuto, dove si arrangiano gli immigrati senza documenti e senza legge.

 

Chi ci cerca nelle certezze con cui si definiscono i generi e i ruoli, chi crede di sapere chi siamo, chi ci cerca nella vita che stiamo vivendo vede di noi solo l'ombra che proiettiamo. Ma noi non siamo così.

UN GIORNO PERFETTO, 2005

 

 

Le due opere successive sono dedicate alla vita del pittore veneziano Tintoretto e di sua figlia Marietta. Il romanzo “La lunga attesa dell’angelo” (Premio Bagutta, Premio Scanno, Premio dei lettori Biblioteche di Roma) è pubblicato nel 2008, mentre l’anno seguente esce la biografia “Jacomo Tintoretto e i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana”, con cui l'autrice si aggiudica Premio Benedetto Croce, Premio Pozzale Luigi Russo, Premio Palmi e Premio Comisso per la saggistica. Folgorata da un dipinto a Venezia, intraprende col pittore veneziano “una lotta corpo a corpo, per capire come lui aveva dipinto e scrivere come lui aveva dipinto”.
Nel 2011 consegue altri due importanti riconoscimenti, il Premio Viareggio-Tobino alla carriera e il Premio De Sica per la letteratura, prima del ritorno al romanzo con Einaudi nel 2012. Nel mese di marzo esce “Limbo”, storia di una donna, maresciallo sottufficiale degli Alpini, reduce da una drammatica missione in Afghanistan (Premio Elsa Morante per la narrativa, Premio Bottari Lattes Grinzane, Premio Giacomo Matteotti). La narrazione su due piani temporali periodicamente intrecciati, si svolge fra Ladispoli e l’Afghanistan. Si scopre sotto la cute sottile delle cicatrici mostruose, l’anima forte e fragile del soldato Manuela Paris, che ha sconfitto la “tirannia della natura”, ma si ritrova a confrontarsi con i confini del corpo e della mente.
Dopo aver raccontato ai più piccoli “La storia di Re Lear” (Scuola Holden-La Biblioteca di Repubblica-L'Espresso), nel 2012 pubblica con Einaudi il romanzo “Il bassotto e la Regina” (Premio Frignano - sezione Ragazzi). È sorprendente l’abile versatilità della Scrittrice, amante di Ovidio, che si rivolge in questa favola ad un giovane pubblico di lettori con una storia che non manca di accarezzare anche i più grandi. È un inno spiegato e ragionato sulla casualità della razza e dell’aspetto, sull’inevitabile universalità dell’Amore e sulla forza degli affetti. Il racconto non si arrende di fronte al male, che anzi colora e ritocca nei suoi spietati dettagli, con l’ardire delle favole a noi più care, preziosi laboratori di emozioni.

 

Perché non l’ultima volta si deve raccontare, ma la prima. La prima volta che le cose accadono, quando accadono per sempre.

LA LUNGA ATTESA DELL’ANGELO, 2008

 

 

Nel 2013 pubblica “Sei come sei” (Einaudi). Torna la scrittura contemporanea di “Un giorno perfetto” e di “Limbo”, per illuminare la realtà delle nuove famiglie, con due papà o con due mamme. Fra la Meridiana di Santa Maria degli Angeli e la storia di Dionisio Il Piccolo, riemerge il tormentato rapporto con il gemello spaiato, il tempo, che costituisce lo sfondo della storia di Eva. Così si chiama una ragazza normale e straordinaria insieme, che è nata da due papà. Eva è il fiore rigoglioso di un amore e di un affetto profondo, che il tempo e le avversità non riescono ad appassire. Una storia con note di profonda drammaticità, in cui la penna realista non scade mai in compassione, illumina e rivela l’accettazione viscerale e silenziosa della vita e il rispetto vigile, le più abili denunce che restano sotto gli occhi del lettore senza bisogno di essere pronunciate. Forse non lo sappiamo ancora, ma se così dovesse essere, chi potrebbe arrogarsi il diritto di negare amori possibili e la feconda felicità che può scaturirne?
Nel novembre 2014, la raccolta di racconti “Il museo del mondo” (Einaudi) ci offre un museo immaginario, in cui l’Autrice racconta cinquantadue storie che fioriscono da altrettante opere d’arte, in un percorso non cronologico, ma completamente personale.
Oggi i suoi romanzi sono tradotti in oltre 23 paesi.

 

La famiglia non è tanto quella che erediti alla nascita, ma quella che ti costruisci durante la tua vita: le persone che aggreghi intorno a te per affinità elettiva e comunanza di interessi, passioni, esperienze, progetti – o per amore.

SEI COME SEI, 2013

 

 

 

Media

Gli esordi e il percorso culturale della Scrittrice - 2007
L'Autrice ospite di Scrittori per un anno.

© RAI
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Consigli di lettura, ascolto e visione da parte di Melania Mazzucco - 2013
L'Autrice ospite della manifestazione 'Cose che ci governano, Autori in Prestito'.

© Biblioteca Comunale Albinea
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Il romanzo con cui bisogna fare i conti - 2010
L'Autrice ospite di Treccani Channel.

© Treccani Channel
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Emigrazione e letteratura - 2010
L'Autrice ospite di Treccani Channel.

© Treccani Channel
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“La lunga attesa dell'angelo” - 2009
L'Autrice ospite della Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna - Prima parte.

© Biblioteca Italiana delle Donne
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“La lunga attesa dell'angelo” - 2009
L'Autrice ospite della Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna - Seconda parte.

© Biblioteca Italiana delle Donne
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“Sei come sei” - 2014
L'Autrice intervistata da LoveIsLove.

© LoveIsLove
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“Sei come sei” a Macerata Racconta - 2014
L'Autrice ospite del festival.

© Macerata Racconta
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I girasoli sono alti e dritti e seguono sempre la luce e piegano la testa solo quando sono pronti a donare i loro semi e a morire.

LIMBO, 2012

 

 

Melania G. Mazzucco al Festival della Letteratura di Mantova - 2013
L'Autrice racconta il suo rapporto con la scrittura, il cinema e il Festival.

© Festival della Letteratura di Mantova
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I miei romanzi e Roma - 2014
L'Autrice ospite di RepubblicaTV.

© Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A.
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Melania G. Mazzucco racconta le nuove frontiere del vivere insieme - 2013
L'Autrice ospite di Pane quotidiano.

© RAI
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Il museo del mondo - 2013
L'Autrice ospite di RepubblicaTV.

© Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A.
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Tintoretto spiegato da Melania G. Mazzucco - 2010
L'Autrice ci guida attraverso la vita e le opere dell'artista.

© RAI
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Il Tintoretto - 2010
L'Autrice ci racconta Jacopo Robusti.

© LaBiennaleTV
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Omaggio a Marietta Tintoretto - 2012
Da un'idea di padre Vittorio Buset e Melania Mazzucco.

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La finzione è la chiave che apre la gabbia.

IL BASSOTTO E LA REGINA, 2012

 

 

Risorse e collegamenti

 

 

Ed è in quell’anno che nessuno ha mai vissuto che io voglio abitare – là dove vivono i personaggi dei romanzi che ho letto e che scriverò, quelli che esistono solo nelle pagine dei libri. Quelli che nascono ma non invecchiano, quelli che sono per sempre perché non furono mai.

SEI COME SEI, 2013

 

 

Info

L'incontro con la Scrittrice Melania Gaia Mazzucco si svolgerà VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015, alle ore 21.00, presso la nostra nuova location, la libreria L'Argonauta, in Via Reggio Emilia 89, 00198 Roma.
Cecilia, Ilaria, Anna Maria e Claudio vi aspettano per conoscere la mente e il cuore che ci hanno fatto dono di incomparabili romanzi ed emozioni indimenticate..

Per informazioni sulla partecipazione alla serata, contattare:

Dott.ssa Cecilia Gabrielli

Presidente del Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Tutti scattano fotografie, ma perché dicano qualcosa di chi rappresentano chi scatta deve saper vedere. Al di là dei lineamenti e dei sorrisi di circostanza. Trasmettere qualcosa del proprio sguardo. Cogliere la luce unica che quella persona e solo quella, sprigiona.
Forse amare.

LIMBO, 2012

 

 

 

 

L'evento è realizzato con la gentile collaborazione di Giulio Einaudi Editore e della Libreria L'Argonauta.

Giulio Einaudi Editore

Libreria L'Argonauta - Libri per viaggiare

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