“ELSINA E IL GRANDE SEGRETO”
Il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ incontra Sandra Petrignani
MERCOLEDÌ, 13 APRILE 2016 - ORE 21.00
Mercoledì 13 aprile alle 21.00 il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ incontra l’amata scrittrice Sandra Petrignani intorno al prezioso racconto “ELSINA E IL GRANDE SEGRETO” (Rrose Sélavy Editore, 2015) in una serata dedicata ad una delle figure intellettuali più straordinariamente complete e raffinate del Novecento italiano: Elsa Morante.
A Elsina importava diventare una grande scrittrice e scriveva e scriveva e inventava e inventava.
“ELSINA E IL GRANDE SEGRETO”
Informazioni editoriali:
Autrice: Sandra Petrignani
Titolo: Elsina e il grande segreto
Editore: Rrose Sélavy
Collana: Il Quaderno quadrone
Anno: 2015
Pagine: 40
Prezzo: Euro 14,00
ISBN: 9788890797019
“Elsa è nata da madre maestra elementare, ebrea, il 18 agosto 1912, ed è cresciuta in una famiglia bislacca, piena di tensioni, nel quartiere operaio di Testaccio, fra i più poveri e popolari della città. Ha due fratelli e una sorella; è la primogenita, e su di lei, ancor prima che sugli altri, grava il peso di un segreto familiare rilevato solo nell’adolescenza ...” (Sandra Petrignani, “Addio a Roma” - Neri Pozza, 2012)
Da qui, con sapiente esperienza, prende le fila questa favola delicata e le tesse intorno a tre incroci che caratterizzarono la vita di una fra le maggiori scrittrici e narratrici del Novecento italiano.
Il grande segreto di Elsa, spesso ricorrente in forme diverse negli scritti morantiani, è la doppia figura paterna che alberga nella sua dimora d’infanzia. Il nodo della paternità apre la riflessione su modelli di famiglia alternativi, più o meno normalizzati, che sempre nei piccoli vorrebbero un chiarimento, pur se non sempre richiesto. Mentre il racconto si anima di una prosa ricca e fiorente, trabocca dal testo stesso l’altro nucleo narrativo: il prodigioso talento di questa bimba che comincia a inventare racconti e rime prima di saper leggere. Una creatività straripante, incontenibile, impossibile da gestire alla sua età, che la pone in confronto e in conflitto con i suoi coetanei. Questa diversità apre la storia sull’altro tratto di Elsina: la rabbia. Molti amici raccontano infatti che Elsa avesse un carattere dispotico, a tratti possessivo e geloso, e tanti ricordano le discussioni plateali con Alberto Moravia. Nella favola questa connotazione caratteriale diviene a tratti buffa, perché è sproporzionata per una piccina, proprio come il suo prodigio. Intanto la ribellione verso gli uomini si contrappone all’amore spassionato e indisciplinato per gli animali, che con i giochi si affacciano nel quartiere di Testaccio, dove l’amore che la chiama “Ersa” e tanti altri colori da ammirare si susseguono sfogliando un “quadro” dopo l’altro.
“Elsina e il grande segreto” è illustrato dalla matita incantevole di Gianni De Conno, illustratore tra i più affermati e apprezzati, vive e lavora a Milano, dove è nato. Dopo il liceo artistico e il conservatorio musicale, si è specializzato in scenografia e ha intrapreso la carriera di scenografo e di illustratore. Collabora con i più grandi editori italiani e internazionali, nel 2005 ha ricevuto il Premio Andersen come illustratore dell’anno. È stato ripetutamente menzionato nel Communication Arts Award of Excellence tra il 1998 e il 2010. Nel 2008 e nel 2010 ha ricevuto la Gold medal dalla Society of Illustrator di New York. Ha tenuto mostre collettive e personali in Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Taiwan, Francia, Stati Uniti (www.giannideconno-illustrator.com).
L’acuta prefazione ad “Elsina e il grande segreto” è stata scritta da Franco Lorenzoni che fa il maestro elementare, è nato a Roma e vive ad Amelia, in Umbria, dove ha fondato nel 1980 la Casa-laboratorio di Cenci, un luogo di ricerca educativa e artistica, su tematiche ecologiche, scientifiche, interculturali e di inclusione, che ospita bambini, ragazzi e adulti (Premio Lo straniero, nel 2011, insieme a Roberta Passoni). Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha girato il documentario “Elementare. Appunti di un percorso educativo”. Ha pubblicato “I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica” (Sellerio 2014), “Con il cielo negli occhi” (Marcon 1991- La Meridiana 2009), “L’ospite bambino” (Theoria 1994 – Nuova Era 2002), con Marco Martinelli “Saltatori di muri” (Macro 1999), con Amaranta Capelli “La nave di Penelope” (Giunti 2001). Collabora alle riviste Cooperazione Educativa, Gli Asini, Lo Straniero e al Domenicale del Sole 24 Ore (www.cencicasalab.it).
L’editore Rrose Sélavy nasce dall’omonima associazione culturale, in omaggio a Marcel Duchamp, artista straordinario e modernissimo che ha radicalmente cambiato la concezione dell’arte. Duchamp scelse per sé questo pseudonimo, che è l’anagramma fonetico di “Eros c’est la vie”. “Elsina e il grande segreto” appartiene alla raffinata collana Quaderni quadroni, che, come svela il nome, che pure contiene un anagramma, custodisce delle vere opere d’arte tutte prodotte su carte “usomano”. Rose Sélavy è riuscita a raccogliere nella stesura di racconti per ragazzi una ricca schiera di scrittori affermati e noti nella narrativa per adulti, ma non solo. La caratteristica comune richiesta alle opere è di contenere piccole sorprese e violazioni, quel qualcosa che accade sin dalle prime pagine, nutrite dalla qualità della scrittura “per sua natura”, come spiega il responsabile editoriale Massimo De Nardo.
E meno male che c’erano i libri con le favole e le figure, se no cosa avrebbe fatto tutto il tempo?
L'Autrice
Sandra Petrignani si racconta così nel suo blog:
«“Piacentina per caso” è il titolo di un racconto autobiografico che scrissi per il quotidiano “L’Unità” un po’ di anni or sono, e infatto sono nata il 9 luglio 1952 a Piacenza, in Emilia-Romagna, per caso. Nel senso che la famiglia ha altre origini: madre napoletana, padre romano di discendenza umbra. Era ingegnere dell’esercito italiano e quindi poco stanziale, come spesso i militari, mentre la mamma era farmacista. Gli studi sono stati fatti a Roma e,in piccolissima parte, a Bologna. Laurea in Lettere. Le prime pubblicazioni letterari sono poetiche. Poi c’è una commedia, Psiche, o i fiori di Ofelia, messa in scena al teatro femminista romano La Maddalena nel ’77.
Ero, invece, ancora all’università quando, mentre mi guadagnavo da vivere con supplenze scolastiche, baby-sitting, traduzioni, cominciai a darmi da fare nel giornalismo. Sporadiche cronache sull’ambiente studentesco per Il Messaggero di Roma che piano piano divennero collaborazioni fisse per i settori cultura e spettacolo. Scrivevo un po’ di tutto, dove trovavo spazio, di teatro, di cinema, di televisione, e quello stesso quotidiano solo nell’87. Poi, nell’89, sono passata ala settimanale Panorama come redattrice culturale e negli anni avrei anche collaborato con L’Unità, con Il Foglio e con le riviste Diario, Liberal, Giudizio Universale, L’Espresso. Per lavoro ho viaggiato parecchio, ed è uno degli aspetti del giornalismo che ho amato di più; mai, però, che a qualche direttore fosse venuto in mente di promuovermi inviato. Ma non me la sono mai presa troppo per la mancata carriera. Mi interessava altro: pubblicare i miei libri, far parte dell’ambiente artistico e letterario. Del resto anche le soddisfazioni giornalistiche passavano attraverso i libri: due case editrici diverse mi chiesero di raccogliere alcune mie interviste a prestigiose scrittrici italiane, a scrittori e ad altri personaggi famosi in due volumi, Le signore della scrittura del 1984 e Fantasia & Fantastico del 1986.
Nell’81 miei versi venivano scelti per l’almanacco Poesia della Guanda (introdotti da Giovanni Raboni) e intanto andavo scrivendo quello che sarebbe stato il mio primo romanzo, Navigazioni di Circe, pubblicato qualche anno dopo. Mi ero sposata ventiquattrenne e, nell’83 è nato mio figlio. Intanto partecipavo con Vincenzo Cerami, Paolo Repetti, Malcom Skey, Beniamino Vignola e un gruppo di giovani scrittori, fra i quali Fulvio Abbate, Marco Lodoli, Sandro Onofri e Sandro Veronesi, alla fondazione della casa editrice Theoria, un’avventura importante che avrebbe movimentato per più di un decennio il panorama editoriale italiano e di cui Giulio Einaudi, per esempio, era un grande, affettuoso, sostenitore. Alla rinfusa ricordo altri autori usciti da Theoria negli anni successivi: Valeria Viganò, Mauro Covacich, Rocco Carbone, Giampiero Comolli, Mario Fortunato ... e tutti quelli che ora non mi vengono in mente. Theoria fu veramente un fenomeno nuovo che incuriosì molti intellettuali e faceva parlare i giornali. La fine, per problemi finanziari, della casa editrice nel ’95, ha segnato un brusco taglio, culturale ed esistenziale, nella mia vita. Nello stesso anno si concludeva anche il mio secondo matrimonio e si disperdeva il gruppo di amici, scrittori e critici, fra i più importanti Severino Cesari, che simpatizzavano con Theoria e partecipavano alle riunioni. Era la fine di un’epoca. L’editoria, in Italia e all’estero, sarebbe cambiata profondamente, pressata da una produttività fuori misura. E sarebbe cambiata l’immagine stessa degli scrittori, resi tali non dal riconoscimento degli altri scrittori, critici, intellettuali, ma principalmente dal numero di copie vendute e/o dalla personale capacità di stare su un qualche palcoscenico, in prima fila. Per non parlare della fini fisica di tante figure di riferimento: nel ’90 erano morti Giorgio Manganelli e Alberto Moravia, nel ottobre del ’91 Natalia Ginzburg, nel ’95 Grazie Cherchi, la “zarina della critica italiana”, cui dovevo un istruttivo editing e il lancio del mio terzo libro di narrativa “Poche storie”.
Anche per il romanzo d’esordio (febbraio ’87) ho avuto un primo lettore d’eccezione: Giorgio Manganelli, che non solo trovò il bellissimo titolo, Navigazioni di Circe, ma m’insegnò a riconoscere la mia propria voce di narratrice, il “battito cardiaco” – come diceva lui – della pagina scritta e a “uscire dalla clandestinità” per trovare il coraggio di pubblicare. Erano altri tempi: senza quegli scontrosi maestri, che sapevano incoraggiare ma anche essere molto severi, non ci si avventurava a dirsi, e tanto meno sentirsi, scrittori.
Da allora ho scritto molti altri libri, una grande quantità di articoli e tre radiodrammi per la Rai: Dopo cena (pubblicato dalla Eri), Anime perse, Faccio io. Insieme a Moni Ovadia, la lunga intervista compresa nel libro Dedica (realizzato a Pordenone), la autobiografia Speriamo che tenga (Mondadori).
Per un caso del destino, grazie al terzo matrimonio ( con un veronese stabilitosi nella zona qualche anno fa) mi sono ritrovata a vivere a otto chilometri da Amelia, la cittadina umbra da cui viene la famiglia di mio padre e di cui resta traccia nel nome di un antico palazzo nobiliare del centro storico, Palazzo Petrignani, oggi proprietà del Comune. Vivo in campagna, dunque, dove passo la maggior parte del tempo, in mezzo a un gran numero di animali. Al momento due cani, cinque gatti, otto galline. Per il resto vivo a Roma, a Trastevere.»
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Sarebbe da insipienti riassumere in poche righe la rigogliosa e pregevole produzione letteraria di una grande scrittrice e giornalista, per la quale si rimanda al sito www.sandrapetrignani.it., dove il lettore troverà altresì copia di diverse recensioni sulle singole opere e molti articoli. Pertanto quelli che seguono sono da considerarsi meri cenni, che si soffermano sull’attenzione della scrittrice per ritratti personali e letterari di alcune delle più interessanti scrittrici del secolo scorso.
Nel 1984 Sandra Petrignani raccolse per la prima volta una serie di interviste a scrittrici incontrate nella loro piena maturità personale e creativa nell’opera dal titolo ironico “Le signore della scrittura” (La tartaruga, 1984), dove alla fine era contenuta un’immaginaria intervista ad Elsa Morante, allora gravemente malata. La scrittrice si avvalse delle interviste rilasciate dalla Morante a Costanzo Costantini e di altri articoli, “inventando” un’intervista imperniata sull’obbrobrio del consumismo e sulla decadente degenerazione della scrittura. Le medesime interviste costituirono il substrato per la seconda opera “Fantasia & fantastico” (Camunia,1986), in cui noti personaggi rispondono ad un’intervista sul fantastico. Il debutto narrativo fortemente voluto dal Manganelli nel 1987 con il romanzo “Navigazioni di Circe” (Theoria 1987, poi Baldini e Castoldi), ha portato a Sandra Petrignani il Premio Elsa Morante Opera Prima. Poi sono arrivati i racconti de “Il catalogo dei giocattoli” (Theoria,1988 poi Beat_Neri Pozza 2013), “Poche storie” (Theoria,1993), “Vecchi” (Theoria, 1994 poi Baldini e Castoldi). Nel 1991 esce il romanzo “Come cadono i fulmini” (Rizzoli). Nel 1996 viene pubblicato il romanzo di viaggio “Ultima India” (Baldini e Castoldi, poi Neri Pozza, 2006) e due anni dopo “Come fratello e sorella” (Baldini e Castoldi, 1998). Del 2002 è il romanzo “La scrittrice abita qui” (Neri Pozza), finalista al Premio Strega 2003, che segna un itinerario attraverso i luoghi di vita di alcune grandi scrittrici del Novecento. Si percorrono stanze, case, oggetti, abitudini e amicizie, si raccontano Elsa e Alberto. Nel 2004 pubblica “Care presenze” (Neri Pozza). Del 2008 “Cani e gatti. Storia di un matrimonio” (Giulio Perrone Editore, 2008 e 2015) e l’anno successivo esce il romanzo “Dolorose considerazioni del cuore” (Nottetempo, 2009). Nel 2010 viene pubblicato per Laterza “E in mezzo al fiume. A piedi nei due centri di Roma”. Nel 2012 esce “Addio a Roma” (Neri Pozza) brillante affresco di un ventennio del secondo dopoguerra in cui i protagonisti della scena culturale romana, intellettuali e artisti incommensurabili, si ritrovarono al centro di un interesse mondiale. Infine “Marguerite” (Neri Pozza, 2014) racconta la vita di Marguerite Duras sullo sfondo della storia grande. In questi mesi Sandra Petrignani sta lavorando alla stesura della prossima opera biografica su Natalia Ginzburg.
Aveva due anni e mezzo Elsina quando compose la prima poesia...
Media
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...l’amore sarebbe arrivato ad accarezzarti i riccetti chiamandoti Ersa con la erre e a farti sentire più bella di tutti...
Risorse e collegamenti
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- Leggi l'incipit di “Elsina e il grande segreto”
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Info
Il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ vi aspetta mercoledì 13 aprile 2016 alle ore 21.00, per conoscere finalmente la scrittrice tanto amata, Sandra Petrignani e lasciarci condurre tra le storie e i racconti di Elsa Morante.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA CON PRELAZIONE DEI SOCI..
Per informazioni sulla partecipazione alla serata, contattare:
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Ce l’aveva adesso con quella spilorcia della Befana!
L'evento è realizzato con la gentile collaborazione di Rrose Sélavy Editore.