SIDONIE-GABRIELLE COLETTE: “CHÉRI”
Un nuovo appuntamento del Gruppo di Lettura!

VENERDÌ, 20 OTTOBRE 2017  - ORE 20.00

 
 

 

Venerdì 20 ottobre, alle ore 20.00, riprende “il giro del mondo in otto scrittrici e più”, il nostro personale viaggio nella letteratura femminile degli ultimi due secoli.
L’approdo di questa nuova tappa della serie Read around the world saranno le sponde di “Chéri”, il capolavoro sentimentale di Colette, poliedrica ed eclettica presenza del Novecento transalpino.

 
Povero Chéri... È buffo pensare che tu, perdendo la tua vecchia amante ormai logora, e io, perdendo il mio giovane amico scandaloso, abbiamo perso ciò che di più onorevole possedevamo in questo mondo...
 

COLETTE

Sotto lo pseudonimo di Colette, la storia ricorda un mito nazionale francese, scrittrice prolifica, attrice di music hall, autrice e critica teatrale, giornalista e caporedattrice, sceneggiatrice e critica cinematografica, estetista e commerciante di cosmetici.
Sidonie – Gabrielle Colette nacque a Yonne il 28 gennaio 1873. Il padre, di origine italiana, capitano degli zuavi a riposo, fu nobilitato nei primi romanzi a sfondo autobiografico nella figura di uno scienziato un po’ folle, ex ufficiale, sprovvisto di ogni senso pratico. La madre, figlia di un meticcio, creatura sensitiva e bizzarra dalla quale ereditò l’istinto primordiale dell’attaccamento alla terra e della comunione con la natura, insieme a un dichiarato disdegno di ogni cerebralità. Le dedicherà in età avanzata un intero libro, “Sido” (1929).
A vent’anni sposò Henry Gauthier – Villars, assai più anziano di lei, giornalista scaltro e autore, sotto lo pseudonimo di Willy, di opere di successo spesso scabrose, riempite dall’ostentata spregiudicatezza e del convenzionale cinismo alla moda nella ville lumière sullo scorcio dell’Ottocento. Pare che a lui si debba il merito di aver scoperto nella moglie doti che potessero farne una letterata, nel senso professionale che a questo termine viene dato nel mondo francese. Così la indusse a trascrivere i ricordi della sua adolescenza, per avere di prima mano qualche solleticante sensazione che potesse essere inserita nei suoi stuzzicanti romanzi. Colette, involontariamente, capovolse le mire del marito e quella penna che aveva impugnata quasi per scherzo corse assai bene su pagine e pagine, che si composero nei quattro romanzi del ciclo di Claudina.
Colette incontrò il favore del pubblico e il successo.
Il favore l’accompagnerà sempre e per motivi ben diversi da quelli che lo fecero nascere: inizialmente la sua popolarità derivò dal pepe spolverato dal marito sui suoi romanzi, perché costui pensava che le opere non drogate non potessero suscitare interesse. Così le ragioni del successo di Colette all’inizio della sua attività letteraria furono prettamente esteriori e circostanziali. All’inizio del secolo, la giovane scrittrice aveva ventisette anni: è il gran momento dell’esposizione internazionale di Parigi, sintesi della ricchezza e della potenza francese. Si respira il clima dell’epoca aurea, delle prime automobili e dei nascenti cinematografi, dominato dallo stile floreale e dalla pittura celebrativa e simbolica dei Salons.
Parigi si era assunta l’ufficio di mecca degli artisti e dei libertini. E Colette veniva a conquistarla con quella sua grazia un po’ ambigua, con la sua innocenza sospetta, che l’astuto Willy sapeva dosare per dare un tocco eccitante alla narrazione nostalgica. I libri di Colette acquistarono così un sapore gradito agli intenditori, anche se le doti più genuine della scrittrice - la spontaneità o la naturalezza - venivano in qualche modo represse o snaturate.
Lo spunto autobiografico stimolò il suo talento narrativo e la presa di coscienza del ruolo mortificante di suo marito, non solo per la sua scrittura. Sono gli anni della prima importante relazione omosessuale, che la condurrà al divorzio.  Libera da intralci, cominciò a sperimentare il suo genio narrativo con “Il rifugio sentimentale” (1907), che affronta proprio il problema dell’aspirazione alla pace nell’appagamento della vita coniugale; seguono “I viticci”, “L’ingenua libertina” e “La vagabonda” (1910), che è l’amara confessione di solitudine dopo la dolorosa esperienza coniugale, la vanità del tentativo di affrancarsi dalla tirannide dell’amore e degli uomini. Contemporaneamente sfoga una passione che resterà sempre il suo violino d’Ingres: il teatro.
Diventa ballerina, passa da un palcoscenico all’altro, raccoglie applausi ma anche preziose osservazioni che rielaborerà nel volume “Il rovescio del Music - Hall”, mentre passa a nuove nozze col senatore Henry de Jouvenel.  È il 1919, l’anno della svolta: gli spunti autobiografici diventano la creta sui quali innesta l’incanto della sua poesia evocatrice. Con “Mitsou ovvero come le fanciulle diventano sagge”, “Chéri” (1920) e “Il grano in erba” (1923) dimostrò di aver raggiunto la sua piena maturità artistica. Nel raccontare la storia dell’amore di una donna non più giovane per il figliuolo di una sua coetanea o l’idillio di due adolescenti. La scrittrice, nella sua sensibilità multipla, trovò gli accenti più veri per rappresentarcele dal vivo quelle sensazioni di età tanto diverse: quella della donna che si aggrappa disperatamente all’ultima occasione che la vita le offre e quella dell’adolescente che scopre l’amore per la prima volta.
Nel 1921 sposa in terze nozze l’autore drammatico Maurice Goudeket e conobbe la vita confortata da una stima profonda per il suo lavoro di scrittrice. Per la durata di questo matrimonio diresse la pagina letteraria de Le Matin, dove esercitò la critica drammatica. Conquistò una simpatia crescente per la sua personalità sensibile e sincera.
Uomini d’ingegno come Gide, Cocteau e Green non esitarono a scriverne con termini impegnativi, classificandola fra i migliori stilisti della letteratura francese contemporanea per la lingua saporita e la sicurezza nella scelta delle parole, il tutto tenuto insieme da un tono di scherzo leggero, ma profondo e frutto di elaborazione.
Insignita dell’appartenenza all’Accademia Reale Belga nel 1936, della presidenza dell’Accademia Goncourt nel 1944 e della commenda della Legione d’onore, si è spenta il 3 agosto del 1954, nel piccolo appartamento di Palis – Royal fra libri e gatti. Le autorità ecclesiastiche rifiutarono le esequie religiose, ma per acclamazione di folla, fu la prima donna a ricevere funerali di Stato.
Proust e Gide le hanno attribuito il merito di aver donato una visione nuova delle cose: scriveva con tutti i sensi aperti e tesi, con la facoltà di moltiplicare il compito di ciascuno e con la capacità di tirare il lettore dentro questo accrescimento.

 
Dio, che buon odore che hai! Hai notato che quando la pelle diventa meno tesa il profumo penetra meglio? È una gran bella cosa.
 

“CHÉRI”

È un romanzo inizialmente apparso a puntate nei primi mesi del 1920 su La vie parisienne e pubblicato in volume nello stesso anno, presumibilmente ispirato a vicissitudini della scrittrice, che ebbe una relazione con il figliastro di trent’anni più giovane.
Ambientato a Parigi nel 1912, racconta la relazione scandalosa e l’amore pigro di Léonie Vallon, ricca e bella cortigiana di 49 anni, «l’età in cui è lecito concedersi qualche piacere», con il venticinquenne Fred Peloux, detto Chéri, «i capelli dai riflessi blu come le penne dei merli», figlio della sua cara amica Madame Charlotte Peloux, anch’ella ricca cortigiana.
Il romanzo si apre al tramonto della relazione fra Léa e Chéri che dura da sei anni, alla vigilia delle nozze di lui con una giovane e ricca fanciulla, Edmée, emblema dell’insignificanza. L’amore clandestino si piega su stesso a ripensarsi e la scrittrice conduce con sé il lettore in questa riflessione sul passato, in cui sapientemente racconta la storia di Chéri. A tratti è ironica e spietata con i due amanti, ma allo stesso tempo si addolcisce di fronte alla timorosa vanità di una bellezza, che non si rassegna al tramonto, e alle debolezze di un adolescente, che non vuole abituarsi a camminare da solo. Indaga l’animo umano, debolezze e scaltrezze, il potere della seduzione, timori e insicurezze, inquadrando I dialoghi e le schermaglie fra i due insoliti amanti, cedono il passo a quelli preziosissimi fra le due amiche di vecchia data, svelando l’abilità narrativa e il talento indagatore dell’indomabile Colette.

 
Il giorno che una donna mi amerà per la mia intelligenza sarò fottuto.
 

L’appuntamento del Gruppo di lettura di venerdì 20 ottobre è parte del nostro ciclo di letture “Read around the world”, dedicato agli autori stranieri.
Il Circolo della Lettura ‘Barbara Cosentino’ vi invita ad intervenire numerosi, per condividere, ancora una volta, la passione per la letteratura e la lettura!

 

'Read around the world' insieme a noi!

L’incontro, realizzato presso la Libreria AsSaggi, è aperto a tutti i Lettori che vorranno partecipare, previa prenotazione obbligatoria, con prelazione dei Soci.

 

Libreria AsSaggi

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